Cosa rende uno stadio di calcio ottimale dal punto di vista della sostenibilità ambientale? E cosa sono gli stadi “green”?
Stiamo parlando di un nuovo filone di ingegneria legato alla progettazione di quegli impianti sportivi destinati ad accogliere decine di migliaia di persone, la cui idea e realizzazione ha un impatto sull’ambiente significativamente ridotto rispetto alle vecchie e sussistenti strutture.
Il tutto a vantaggio del futuro generale del nostro pianeta, o meglio, delle prossime generazioni. Avere stadi di calcio e impianti sportivi in generale più ecologici è un tema assai dibattuto che riempie le agende di tutti gli amministratori locali delle grandi città italiane e non.
Nelle ultime settimane, ad esempio, ha fatto tanto discutere e parlare il progetto del nuovo stadio del Real Madrid, o meglio, della ristrutturazione del Santiago Bernabéu, l’attuale tana della squadra più vincente d’Europa che secondo i maggiori bookmaker che offrono bonus scommesse senza deposito ha le maggiori chance di aggiudicarsi l’ennesima Champions League anche quest’anno.
Quando sarà completato (nel 2022 o al massimo entro la primavera del 2023), il nuovo Bernabéu sarà un gioiello dal punto di vista della tecnologia e soprattutto dal punto di vista della sostenibilità ambientale.
Eppure, esistono già esempi di strutture sportive che sono riuscite a conciliare l’esigenza di accogliere una moltitudine di persone, preservando l’ambiente. Anche in Italia, ad esempio, si è già provato a lavorare in questo senso con due stadi, ovvero lo Juventus Stadium di Torino e lo Stadio Friuli di Udine.
Parliamo pur sempre di un tipo di cambiamento che non avviene da un giorno all’altro. Inoltre, è bene ricordare che diventare eco-friendly per uno stadio di calcio significa attivare un lungo processo (anche burocratico) che spesso può avere un costo significativo.
Ecco perché, se paragoniamo il nostro paese rispetto a quanto sta avvenendo fuori dai confini nazionali, ci troviamo irrimediabilmente a fare i conti con un ritardo che, tuttavia, ha ancora modo e spazio per essere colmato.
Ma quali sono allora gli stadi da prendere a modello per avere una piena sostenibilità ambientale anche quando si tratta di grandi strutture sportive?
Dobbiamo spostarci oltre Manica per avere un primo punto di riferimento, e precisamente a Londra dove troviamo il Tottenham Hotspur Stadium (o anche il New White Hart Lane). Inaugurato nel 2019 (e costato quasi un miliardo di sterline), è l’impianto calcistico dove gioca il Tottenham dell’allenatore italiano Antonio Conte (è il terzo stadio più grande di Londra dopo Wembley e Twickenham).
Cominciamo con l’esterno dello stadio: il design inclinato consente di raccogliere l’acqua piovana, filtrarla e quindi utilizzarla per i servizi igienici e per l’irrigazione costante del campo di gioco. Ciò significa che il club, di fatto, non ha bisogno di attingere acqua da risorse esterne.
Ancora. I progettisti del Tottenham Hotspur Stadium hanno installato pannelli solari sulle facciate esterne dell’impianto così da sfruttare i raggi solari e trasformarli in elettricità da mettere al servizio dell’impianto stesso. All’interno dello stadio e nei servizi in esso contenuti, inoltre, non sono ammesse cannucce, posate di plastica o piatti e ciotole di plastica.
La ciliegina sulla torta di questo stadio è data però dal fatto che si tratta di un impianto che può vantare una certificazione di energia rinnovabile al 100%. In parole povere, questo stadio è a emissioni zero.
Spostandoci di poco rispetto alla posizione dello stadio degli Spurs, ci imbattiamo nel (relativamente) nuovo Emirates Stadium, casa dell’Arsenal, altra compagine storica che milita in Premier League. Qui il focus dei progettisti è stato incentrato sulle buone pratiche di riciclo.
Grazie a tutti questi sforzi, il club londinese mira a riciclare più di 10 tonnellate di cartone e vetro ogni mese, oltre a ridurre la spesa energetica complessiva del 20%.
Con il passare del tempo, ci auguriamo che anche altre società in Italia seguano l’esempio dei club del Regno Unito. Dopotutto, strutture imponenti e massicce come gli impianti sportivi hanno già dimostrato di avere spesso un costo elevato per l’ambiente.