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Ogm, sviluppato nuovo metodo per identificare colture non autorizzate

“Nuove Ogm”,  si tratta di una nuova tecnica capace di individuare le colture geneticamente modificate non autorizzate.

A darne l’annuncio è Greenpeace che , insieme a un gruppo di associazioni impegnate sul tema degli Ogm e a un’azienda della Grande distribuzione organizzata (Gdo), comunica lo sviluppo del primo metodo open source che individua in laboratorio le colture che hanno subito una modificazione genetica.

Il processo di modificazione avviene tramite le nuove tecniche di editing genetico. L’individuazione di questo nuovo metodo, permette un cambio di passo nel campo del rilevamento degli Organismi geneticamente modificati (Ogm). Consentirà alle autorità, da ora in poi, di identificare le colture geneticamente modificate non autorizzate.

Ogm la ricerca :

La nuova ricerca rafforza il parere delle  industrie biotech e di alcuni enti regolatori secondo cui i nuovi prodotti geneticamente modificati (OGM) ottenuti tramite editing genetico sarebbero indistinguibili da colture simili non-OGM e per questo non possono essere regolamentate secondo la normativa in vigore sugli OGM.

Secondo Greenpeace, il nuovo studio è in grado di rilevare una colza Ogm resistente agli erbicidi che è stata sviluppata utilizzando l’editing genetico, consentendo così ai Paesi Ue di effettuare controlli più serrati così da fare in modo che tale coltura Ogm, non autorizzata secondo la normativa vigente in Ue, non entri illegalmente nelle filiere alimentari e mangimistiche europee

Il termine “editing genetico” (o “editing del genoma”) si riferisce a nuove tecniche di ingegneria genetica che consentono di ottenere nuove sequenze senza aggiungere materiale genetico estraneo.

La tecnica più importante è CRISPR-Cas.

L’editing genetico, oltre alle modifiche volute, può causare anche alterazioni genetiche non intenzionali che possono influire sulla sicurezza dei prodotti per le persone e l’ambiente. L’impatto a lungo termine sulla salute e sull’ambiente delle colture ottenute con l’editing genetico non è stato ancora testato.

Finora, solo due colture di questo tipo sono state commercializzate e sono coltivate in Nord America: la colza SU Cibus e la soia ad alto contenuto oleico Calyxt’s High Oleic Soybean.

I Paesi dell’Ue, ad oggi, non avevano la possibilità di rilevare la presenza di questa colza ogm coltivata in alcune parti degli Stati Uniti e del Canada, tra quella importata.

“Il nuovo metodo di rilevamento è una pietra miliare nella protezione dei consumatori e delle aziende dell’Ue. Le autorità potranno d’ora in poi identificare anche le colture geneticamente modificate non autorizzate. Questo aiuterà gli agricoltori, gli apicoltori, gli allevatori, le aziende di trasformazione di mangimi e di alimenti e i rivenditori a tenere questi nuovi OGM fuori dalle loro catene di approvvigionamento e soddisfare la domanda dei consumatori che chiedono alimenti privi di OGM “. – dichiara Heike Moldenhauer, consulente per le politiche dell’Ue presso l’associazione tedesca Food without Genetic Engineering (VLOG).

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica Foods.

Foto: Pixabay

Fonte : Greenpeace

Germana Ferrante

Giornalista, Caporedattrice e responsabile della comunicazione per Green Planet News. Ha lavorato per molti anni nel mondo editoriale presso la A. Manzoni & C. S.p.a., storica concessionaria di pubblicità del Gruppo Editoriale L’Espresso. Svolge la professione di giornalista sulle tematiche ambientali e della sostenibilità online, settori che negli ultimi anni hanno avuto una crescita tale da acquisire importanza primaria. Tra le varie passioni ci sono la fotografia, i viaggi alla scoperta delle varie culture del mondo, gli animali pelosetti, la lettura e la cucina di cui intende portare avanti la tradizione con un pizzico di innovazione sul suo sito personale Mind Cucina e Gusto (www.mindcucinaegusto.com). g.ferrante@greenplanetnews.it.
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