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Luci e ombre, fotografia di un mondo

Luci e ombre, fotografia di un mondo
Luci e ombre, fotografia di un mondo

Luci e ombre, anzi farsi luce illuminando le proprie ombre. E rividere il significato della vita, in un percorso di speranza. Luci e Ombre è il tema del progetto fotografico che gli allievi del corso di Reportage dell’Associazione Inforidea Idee In Movimento hanno sviluppato in collaborazione con il Ministero di Giustizia e il carcere di Avezzano

Questa mostra fotografica rappresenta un progetto di elevato impatto sociale e di straordinaria bellezza, un documento sulla difficile realtà del carcere affidata alla narrazione in immagini da parte degli stessi detenuti. Un progetto fotografico che intende raccontare l’essere umano, i rischi e gli inganni della sua libertà, i momenti più o meno bui in cerca di una luce che possa rischiararlo dalle sue ombre.

Luci e ombre, fotografia di un mondo

Ombre che spesso offuscano la mente, tolgono la cognizione affettiva e creano incertezze. In una società dove tutto sembra basarsi ormai sulle certezze e sul successo, dove domina un certo tipo di immagine, educorato o fintamente vincente, sempre ossessionato dalla competizione, sembra non esserci più posto per gli incerti e per gli sconfitti. È così che spesso diventano gli emarginati della società, esuli nelle stesse loro strade, costretti a percorrere vie contorte e impervie che spesso li portano a uscire da quei binari che la società impone.

LUCI E OMBRE, IL PROGETTO

“L’idea – spiega Cristina Mura, responsabile del progetto – oltre ad avere avuto come uno degli obiettivi l’insegnamento della professione di fotografo ai reclusi del carcere, ha anche come finalità la realizzazione di un reportage fotografico narrativo prodotto non solo dagli stessi reclusi, ma anche da un nostro gruppo di allievi della scuola di fotografia, che hanno voluto mettersi in gioco nel proporre tematiche diverse su questo argomento.

Luci e ombre, fotografia di un mondo

Abbiamo voluto organizzare una mostra fotografica e un dibattito che trattasse il rapporto della libertà e della legalità non solo dal mondo carcerario, (abbiamo chiesto a un gruppo di carcerati di partecipare al progetto fotografico con questa tematica), ma anche dal mondo esterno.

I lavori esterni che sono stati realizzati dai nostri allievi amatoriali della scuola di fotografia, trattano argomenti come la tragedia di Rigopiano, l’immigrazione, l’Ilva di Taranto, il mondo giovanile, alcuni passi della Costituzione in riferimento alla dignità della persona, soprattutto per la condizione della donna e della guerra, ricordano tragedie successe come quella degli internati delle Fraschette di Alatri, tragedie che potrebbero riaffiorare anche ai giorni nostri.

Luci e ombre, fotografia di un mondo

Più difficile è stato interpretare il lavoro dei carcerati che attraverso le loro foto e gli scritti hanno preferito toccare corde più intime mettendosi in gioco loro stessi in prima persona. Credo che sia importante far emergere in questo contesto oggi più che mai, quanto ci sia bisogno di capire e fare proprio il significato di legalità e di come le regole sociali debbano fare parte della nostra vita, anche se spesso non vengono seguite anche da chi dovrebbe invece esserne esempio. Purtroppo la cronaca italiana è piena di questi cattivi esempi.”

Luci e ombre, fotografia di un mondo

Sviluppato nell’arco di sei mesi il progetto “Luci e Ombre” è ora in fase conclusiva, i promotori hanno selezionato gli scatti migliori, per la realizzazione di due mostre: la prima ad Avezzano, inaugurata il 9 giugno, la seconda a Roma martedì 3 luglio alle 16,30 presso il palazzo della Cassazione in Piazza Cavour.

La visione delle mostre sarà accompagnata da alcune tavole rotonde in cui verranno invitate personalità che, per esperienza e professionalità, si occupano di legalità e del mondo carcerario. Alla tavola rotonda di Roma parteciperanno esponenti del mondo della magistratura e del giornalismo come il magistrato Anastasia, Garante dei diritti dei detenuti per il Lazio, Giulio Bacosi, Presidente dell’associazione Democrazia nelle Regole, Anna Angeletti, Direttrice del carcere di Avezzano, Angelo Maria Polimeno Bottai, giornalista del TG1. Modera l’incontro il giornalista dell’ANSA Martino Iannone. Durante l’inaugurazione delle mostre sarà presentato anche il libro fotografico edito dalla Herald Editore – Info Carcere a cura del Dott. Roberto Boiardi.

Un racconto per immagini, dunque, dove sotto le ceneri cova una parola chiamata speranza. Di dare un senso ai giorni, di ritrovare fiducia in una strada possibile, in una dimensione rinnovata per respirare ancora e cogliere il prezioso che si cela in ogni respiro. Perché, come ricorda un bellissimo film, “la paura può farti prigioniero ma la speranza può renderti libero”.

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