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Transizione ecologica, le imprese tra preoccupazioni e voglia di cambiamento

Le imprese italiane e la transizione ecologica, la coscienza di un’opportunità
Le imprese italiane e la transizione ecologica, la coscienza di un’opportunità, foto di Gerd Altmann da Pixabay

Ben 8 imprese su 10 ritengono la transizione ecologica necessaria e la vedono come un cambiamento basilare per superare le crisi ambientali ed economiche attuali. Necessaria una maggiore informazione

Un’indagine che monitora l’atteggiamento degli imprenditori su potenzialità, ostacoli, aspettative, misure della transizione ecologica, è stata presentata agli Stati Generali della Green Economy, promossi dal Consiglio Nazionale della Green Economy, in occasione di Ecomondo e Key Energy, a Rimini lo scorso mese di novembre, realizzata dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile e da EY, azienda di consulenza che aiuta le imprese a identificare e capitalizzare nuove opportunità. L’indagine è stata pubblicata all’interno della Relazione sullo stato della green economy 2022.

I risultati mostrano con evidenza come gli imprenditori italiani siano coscienti ed attenti ad una scelta che si impone sempre più come una necessità improrogabile. Realizzata a settembre 2022, la ricerca offre la fotografia attuale di come un campione di 1.000 imprese italiane (piccole sopra i 10 dipendenti, medie e grandi, appartenenti ai principali settori) stia vivendo la transizione ecologica in questo periodo di alti prezzi dell’energia e di incertezza sul futuro dell’economia.

Come sottolineato da Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile: “Questa indagine documenta un quadro dell’impegno delle imprese italiane per la transizione ecologica più avanzato di quanto diffusamente si ritenga. Non mancano difficoltà e ritardi, ma il quadro complessivo che emerge è quello di un sistema delle imprese che sta affrontando la sfida della transizione ecologica come ineludibile necessità ma anche come possibile opportunità”.

Emergono consistenti preoccupazioni per il futuro delle imprese: l’86% degli imprenditori dichiara un livello molto elevato di preoccupazione per gli alti costi dell’energia, il 72% degli imprenditori per difficoltà di approvvigionamento e per gli alti prezzi delle materie prime, il 60% si dichiara preoccupato per le crisi sociali ed economiche internazionali.

La preoccupazione per l’aumento degli eventi atmosferici estremi, causati dalla crisi climatica, è ormai diffusa anche fra gli imprenditori: il 75% ha un livello di preoccupazione medio o elevato e solo il 25% dichiara di non essere preoccupato per tali eventi. Di fronte a queste preoccupazioni, è interessante analizzare l’atteggiamento che caratterizza le imprese italiane: l’83% vede la transizione ecologica come un cambiamento necessario per affrontare la crisi climatica e delle risorse e per puntare a un futuro prospero.

Tre aziende su quattro (il 76%) sono convinte che l’Italia dovrebbe essere fra i promotori della transizione ecologica perché questa scelta metterebbe il Paese all’interno del gruppo avanzato delle economie mondiali. L’ostacolo maggiore per la transizione ecologica è rappresentato dalla burocrazia per ben il 50% delle imprese.

Le imprese si sono già mosse per avviare questo cambiamento in green: oltre una su due ha già adottato misure per usare in modo più efficiente energia ed acqua, il 49% per ridurre e per riciclare i propri rifiuti e il 34% nell’utilizzo di fonti rinnovabili.

Irene PipolaSustainability Consulting Leader di EY Italia, ha sottolineato come: “Sono soprattutto le PMI a sostenere la rilevanza della transizione ecologica, ritenuta un cambiamento necessario dall’83% delle imprese intervistate, evidenziando ancora più senso di urgenza rispetto alle grandi imprese. I dati emersi dall’indagine ci portano a riflettere su quanto sia concreto il bisogno di tale cambiamento, ma emerge anche quanto sia essenziale un supporto strutturale per le imprese più piccole, che non potrebbero contare solo sul ritorno degli investimenti nel muoversi verso questa trasformazione. Infatti, il 42% delle imprese che hanno già avviato il processo di transizione ecologica dichiara di non aver ancora percepito alcun vantaggio, e questo è accaduto più frequentemente nelle imprese di dimensioni minori”.

I principali benefici riscontrati riguardano la riduzione dei costi operativi (27%), il miglioramento reputazionale (24%) e il consolidamento di partnership (15%). Ben il 42% degli intervistati dichiara di non aver ancora riscontrato alcun vantaggio dalle misure messe in atto per la transizione ecologica: ciò potrebbe significare che si tratta di investimenti con tempi di ritorno lunghi o anche che si tratta di misure che non comportano diretti vantaggi per l’impresa, ma ritorni solo di interesse generale.

Per ben il 50% delle imprese l’ostacolo maggiore per la transizione ecologica è di tipo burocratico, per le autorizzazioni e per accedere alle risorse necessarie. Al secondo posto stanno i finanziamenti per il 27% degli intervistati e l’accesso alle risorse necessarie (27%), seguono le barriere tecniche e attuative (17%) e gli adeguamenti del modello di business (15%). Un altro disagio, avvertito da oltre il 95% delle imprese, riguarda la difficoltà delle procedure necessarie all’installazione di impianti fotovoltaici ed eolici.

Carlo Imperatore

Laureato in giurisprudenza indirizzo economico presso La Sapienza di Roma. Ha conseguito un Master in gestione risorse umane e relazioni industriali, diploma di specializzazione in diritto sindacale, del lavoro e della previdenza sociale. Professore aggiunto di Economia e politiche del lavoro, è componente della delegazione nazionale trattante per il rinnovo del ccnl Dirigenti Industria e Servizi. È stato nominato nella governance di Enti e Fondazioni pubblico-private, ha ricoperto il ruolo di Dirigente nel sistema confindustria ed in Enti di ricerca e formazione di rilevanza nazionale. Attualmente è Direttore generale di Federmanager Roma Lazio e Direttore accademico della Scuola di Tecnologia Abruzzo Green Academy dell’Aquila, dove è titolare dell’insegnamento di diritto del lavoro e organizzazione aziendale.
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