Job in Country di Coldiretti, la piattaforma autorizzata dal Ministero del Lavoro, che offre a imprese e lavoratori un luogo di incontro, prima virtuale online e poi sul campo. L’obiettivo è riuscire a creare un contatto fra le aziende agricole in cerca di manodopera e i cittadini in cerca di un’opportunità di inserimento in un contesto lavorativo trasparente e legale. Sono le Società di servizi delle Federazioni provinciali ed interprovinciali della Coldiretti che seguono direttamente le intermediazioni
Job in Country, come funziona?
La piattaforma Job in Country mette in contatto imprese agricole in cerca di manodopera con persone disposte a lavorare nei campi, anche senza esperienza. È un database che gestisce le offerte con il profilo richiesto, retribuzione, luoghi e tempi ecc. e le domande dove i candidati che inseriscono il curriculum, dichiarano la propria disponibilità. Distribuito su tutta Italia, consente una ricerca per province e per comuni.
Tre gli obiettivi:
- Preservare l’approvvigionamento alimentare e soddisfare la richiesta dei consumatori.
- Dare lavoro a chi ha subito gli effetto della crisi.
- Evitare l’aumento dei prezzi.
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Non c’è più tempo
Il progetto di Coldiretti è stato avviato in autonomia in attesa che dal Governo e dal Parlamento arrivi il “voucher agricolo” che consente a studenti, cassaintegrati e pensionati lo svolgimento in via straordinaria dei lavori nelle campagne. Secondo le organizzazioni agricole i braccianti che mancano nei campi a causa del coronavirus sono circa 200 mila e secondo Coldiretti il 40% di frutta e verdura non raccolta resterà a marcire nei campi. Si calcola infatti che siano oltre 346.000 gli stranieri occupati nel settore, provenienti da 155 Paesi diversi.
Questi coprono il 26,2% del totale delle giornate di lavoro necessarie nelle campagne italiane. La stima dei posti vacanti è della Coldiretti, che ha messo insieme i dati comunicati dai responsabili del settore nei principali Paesi Ue.
Regolarizzazione dei migranti
Dopo settimane di discussioni e contrasti all’interno del governo, la maggioranza dei ministri ha dato il via libera alla regolarizzazione per sei mesi dei migranti irregolari. Il provvedimento prevede che gli immigrati con permesso di soggiorno scaduto dal 31 ottobre 2019 e non rinnovato possono richiedere un permesso di soggiorno temporaneo della durata di sei mesi. Un primo passo per contrastare il caporalato nei campi?
La manodopera straniera è fondamentale per il nostro settore agricolo. Sì parla di migranti regolari ma anche, purtroppo, di quelli non regolari che hanno bisogno di questo accordo anche per una maggiore tutela della salute collettiva. I migranti vanno regolarizzati per toglierli dalle mani della malavita organizzata e ristabilire un maggiore controllo del territorio.
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Dati Coldiretti: Le aziende agricole che assumono manodopera in Italia sono 220 mila. I lavoratori agricoli sono 1 milione e 200 mila: di questi, 1 milione e 50 mila sono a tempo determinato, cioè stagionali, mentre i restanti sono a tempo indeterminato. Sul totale dei lavoratori agricoli, circa 370 mila provengono da altri paesi.
Articolo curato dalla redazione e realizzato con il contributo di Manola Testai.
Fonte: Coldiretti
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