Inquinamento: iniziare ad interrogarsi seriamente sulla qualità dell’aria nelle nostre città è ora un imperativo senza deroghe
L’emergenza smog in Italia è sempre più cronica e le soluzioni pensate sino ad ora si sono mostrate assolutamente inadeguate. Oggi però il problema si fa più serio e l’Europa non sta più semplicemente a guardare. L’aria delle nostre città è irrespirabile e il responso dei dati del 2017 è da “codice rosso” a causa delle elevate concentrazioni delle polveri sottili e dell’ozono.
Inquinamento in città, il dossier Legambiente
A fotografare la situazione è Mal’Aria 2018 “L’Europa chiama, l’Italia risponde?”, il rapporto sull’inquinamento atmosferico nelle città italiane di Legambiente presentato alla vigilia del vertice di Bruxelles sulla qualità dell’aria che si è tenuto lo scorso 30 gennaio.
Un incontro, rivolto a nove paesi (Repubblica ceca, Germania, Spagna, Francia, Italia, Ungheria, Romania, Slovacchia e Regno Unito) in procedura di infrazione, fortemente voluto dalla Commissione Europea che in questi giorni ha lanciato anche un ultimatum al nostro paese, chiedendo al ministro dell’ambiente Galletti aggiornamenti sulle misure pianificate dall’Italia in materia di inquinamento atmosferico.
In mancanza di misure concrete ci sarà il rinvio alla Corte di giustizia europea con inevitabili e salatissime multe per l’Italia. Il commissario Karmenu Vella si è espresso in maniera dura e inequivocabile: “Questo incontro sulla qualità dell’aria è stato convocato per tre motivi. Per proteggere i cittadini. Per chiarire che se non vi è alcun miglioramento della qualità dell’aria ci saranno conseguenze legali. E per ricordare agli Stati membri che questo percorso è alla fine di un lungo, in alcuni casi troppo lungo, periodo fatto di offerte di aiuto, consigli dati e avvertimenti fatti”.
I numeri sono impietosi e mostrano come nel 2017 in 39 capoluoghi di provincia italiani è stato superato, almeno in una stazione ufficiale di monitoraggio della qualità dell’aria di tipo urbano, il limite annuale per le polveri sottili di 35 giorni con una media giornaliera superiore a 50 microgrammi/metrocubo.
In 5 capoluoghi si sono superati addirittura i 100 giorni nell’anno (Torino “Grassi” 112, Cremona “Fatebenefratelli” 105, Alessandria “D’Annunzio” 103, Padova “Mandria” 102 e Pavia “Minerva” 101). Asti (Baussano) con 98 e Milano (Senato) con le sue 97 giornate oltre il limite ci sono andate molto vicino. Seguono, Venezia (Tagliamento) 94, Frosinone (Scalo) 93, Lodi (Vignati) 90 e Vicenza (Italia) 90.
Ti tengo d’occhio
Delle 39 città fuorilegge nel 2017, ben 31 risultano tali anche nella speciale classifica di Legambiente” Pm10 ti tengo d’occhio” degli ultimi 3 anni, a conferma che la soluzione al problema cronico dell’inquinamento nel nostro Paese è ben lontano dall’essere trovata. Situazione allarmante e diffusa specialmente nelle zone della pianura padana: 31 dei 36 capoluoghi di provincia totali presenti nelle quattro regioni del nord (Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna), hanno sforato il limite annuo.
Legambiente riporta inoltre la classifica dei superamenti di Ozono dell’anno appena concluso, il 2017. L’importanza di questo inquinante secondario – ovvero che si forma a partire dalla presenza di alcuni inquinanti primari a seguito di reazioni fotochimiche – viene spesso sottovalutata, nonostante le stime dell’Agenzia Ambientale Europea (EEA) riportino 13.600 morti premature riconducibili all’ozono in Europa nel 2015, di cui 2.900 solo in Italia. Seguono, Venezia (Tagliamento) 94, Frosinone (Scalo) 93, Lodi (Vignati) 90 e Vicenza (Italia) 90.
Sono 44 le città che hanno registrato il superamento del limite di 25 giorni nell’anno solare: guida la classifica dell’ozono Catanzaro con ben 111 superamenti, seguita da Varese (82), Bergamo (80), Lecco (78), Monza (78) e Mantova (77). Queste le sei prime città che hanno superato più del triplo delle volte il limite dei 25 giorni annui concessi.
Il dossier di Legambiente “Mal’aria 2018” è disponibile su: http://www.legambiente.it/contenuti/dossier/malaria-2018
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