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Il racconto del Global Strike for future di venerdì

Il racconto del Global Strike for future di venerdì
Il racconto del Global Strike for future di venerdì

Ci vuole un impegno concreto contro le cause dei cambiamenti climatici. Global Strike for future ha ricevuto l’adesione di 98 paesi. Anche in Italia gli studenti sono scesi in piazza per fare sentire la propria voce ai capi di Stato e di governo

Un milione di giovani sono scesi nelle piazze per difendere il proprio futuro e l’unica casa che hanno, la terra. Centomila persone a Milano, 150 mila a Napoli, 30 mila a Roma, 20 mila a Torino, 15 mila a Padova,10 mila a Firenze, Genova e Brescia, 3mila a Bologna, Bergamo e Palermo, 2 mila a Cagliari, solo per citare alcune delle 200 piazze mobilitate.

Una bella giornata di primavera, il corteo è partito dal Colosseo, ha percorso tutta via dei Fori imperiali fino a Piazza Madonna di Loreto.È bello vedere sfilare migliaia di studenti di ogni età e grado, giovani e meno giovani, adulti, anziani, tutti insieme in un clima di festa determinati a chiedere, a chi di dovere, un intervento immediato per un clima migliore.

Solo cartelli striscioni, scritti in italiano, in inglese, in francese, canzoni e slogan a sostegno della battaglia di Greta Thunberg, candidata al Nobel per la Pace. Senza bandiere, senza colori politici. Una nuova gioventù globale. Servirà pure a poco o, come hanno scritto in tanti, sarà pure una “stronzata ecologista” ma a noi piace questo impegno pacifico. Come a dire, sulla via della consapevolezza più che della seta.  Luca Mercalli, sceso in piazza a Torino ha detto: “Questa è l’ultima chiamata. Siamo già in ritardo. Il valore di Co2 è il massimo registrato negli ultimi 3 milioni di anni, il pianeta è già intossicato”.

Alcuni fra gli slogan che hanno colorato e animato il Global Strike for future

Ci siamo rotti i polmoni”, “ci riprendiamo il nostro futuro”, “uno spreco al giorno toglie il pianeta di torno”, “È inutile conquistare Marte se perdiamo la terra”; “non c’è più tempo”; “Daje Greta salviamo sto Pianeta”, “io ci tengo” “If the planet was cool, I’d be at school”.

Mario Tozzi, Il geologo e ricercatore del Cnr, l’unico adulto invitato a prendere la parola alla manifestazione, ha detto di aver partecipato con piacere perché “come scienziato mi sento chiamato in causa, ma anche perché ho sentito il bisogno di chiedere scusa a questi ragazzi. Questa manifestazione l’avremmo dovuta fare noi adulti che forse siamo più consapevoli e dobbiamo chiedere scusa per tutto il tempo che abbiamo perso e per le persone che hanno negato il cambiamento climatico facendo finta di nulla e dicendo che dipendeva dalle macchie solari”.

Dalle Istituzioni

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha parlato anche dello sciopero globale per il clima: “Tanti giovani ricordano a tutti e chiedono a tutti e soprattutto alle istituzioni, di agire per difendere il clima e l’ambiente sulla Terra, durante il suo intervento all’Università Politecnica delle Marche.

La Commissione europea con un messaggio

Un portavoce dell’esecutivo europeo ha dichiarato: “Vi ascoltiamo e stiamo facendo esattamente ciò che chiedete. Incoraggiamo i giovani che potranno votare alle elezioni europee a far sì che il cambiamento climatico sia una priorità nella campagna, così come invitiamo tutti i partiti politici a definire le loro posizioni sul tema nei loro programmi elettorali”.

Dopo quasi quattro ore, la manifestazione nella Capitale si è conclusa con applausi e la voglia di continuare a lottare per il futuro del Pianeta perché l’ambiente ha bisogno di maggiore consapevolezza, partendo da piccoli gesti quotidiani. Come ad esempio scegliere di lasciare la macchina ed andare a piedi, utilizzare la bicicletta o i mezzi pubblici, fare una raccolta differenziata più attenta per un migliore riciclo.

Sarà pure tutto inutile, come dicono in molti, avvezzi al gioco del guelfoghibellinismo tutto italico. Ma intanto se ne parla e magari si riflette. Senza preclusioni, né pregiudizi, con tanta voglia di capire. E magari di continuare a essere “operativi” anche dopo la manifestazione, con atti concreti e l’agire individuale. Vi pare poco?

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