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Futura, nasce la barca a vela green che usa anche idrogeno

Futura, nasce la barca a vela green che usa anche idrogeno
Foto @ENEA

Con 5 ore di autonomia è lunga 6 metri e può ospitare fino a 3 passeggeri

La barca a vela oltre ad avere un sapore romantico e avventuroso, rappresenta il mezzo più ecologico per solcare le onde marine. Ma senza vento la navigazione è impossibile. FUTURA un prototipo innovativo di barca a vela ecosostenibile frutto di una ricerca tutta italiana, per sopperire a questo ostacolo, ha una marcia in più, l’idrogeno.

Progettata e realizzata da un team multidisciplinare di ricercatori ENEA in collaborazione con Lega Navale Italiana e le aziende Arco-FC e Linde Gas Italia, Futura è un punto di partenza per l’uso di questa nuova tecnologia in mare.

L’imbarcazione è provvista di una cella a combustibile da 1 kW che in caso di necessità trasforma l’idrogeno contenuto in una bombola in energia elettrica a zero emissioni.

Il procedimento fa sì che Futura – lunga 6 metri con un peso di 600 chilogrammi -possa godere di un’autonomia di 5 ore a una velocità di navigazione di 2,5 nodi (circa 4 km/h). Dispone anche di una batteria ricaricabile tramite due pannelli fotovoltaici, che consente di estendere l’autonomia fino a 2 ore anche in mancanza di vento.

Futura: la barca progettata da ENEA

Il progetto di ENEA ha goduto del sostegno logistico della Nautica “Il Gabbiano” di Vigna di Valle, sul lago di Bracciano (Roma).

“L’obiettivo del progetto – sottolinea Giulia Monteleone, responsabile della Divisione ENEA di Produzione, storage e utilizzo dell’energiaè di promuovere la decarbonizzazione del settore nautico attraverso la sostituzione dei modelli tradizionali, alimentati da fonti fossili con natanti di tipo green. Le potenzialità di questa tecnologia sono molteplici e consentono di esplorare diverse alternative per una navigazione più sostenibile”.

Un primo passo dunque che vedrà la replica anche su altre imbarcazioni.

“La domanda di imbarcazioni con propulsione a zero emissioni è in aumento – spiega Viviana Cigolotti, responsabile del Laboratorio ENEA di Accumulo di energia, batterie e tecnologie per la produzione e l’uso dell’idrogeno – anche per tale motivo auspichiamo di replicare il prototipo in altre tipologie e taglie più grandi di natanti, prevedendo l’istallazione di sistemi di micro-eolico, idro-generazione insieme a nuovi dispositivi di stoccaggio ed elettrolizzatori!.

“Inoltre – aggiunge Cigolotti l’utilizzo dell’idrogeno e delle celle a combustibile, abbinato a dispositivi di accumulo, garantisce autonomia, bassi tempi di rifornimento ed emissioni nulle”.

Un team multidisciplinare di ricercatori ENEA del Dipartimento Tecnologie Energetiche e Fonti Rinnovabili ha gestito le fasi di selezione, acquisizione e istallazione della cella a combustibile e, in collaborazione con Linde Gas Italia, si è occupato di approvvigionamento dell’idrogeno, integrazione dei componenti elettrici a bordo e sicurezza.

L’azienda ha anche fornito la bombola user friendly in modalità “vuoto a rendere”, mentre la cella a combustibile è stata messa a disposizione dalla Arco-FC, azienda italiana specializzata nel settore.

FUTURA è stata anche oggetto di una tesi di laurea in Ingegneria Meccanica – svolta da uno studente dell’Università “Sapienza” di Roma – nell’ambito della quale sono stati approfonditi gli aspetti della caratterizzazione del sistema propulsivo del prototipo nei diversi profili di navigazione e della valutazione dei componenti a bordo del natante, del monitoraggio delle condizioni operative, delle analisi sperimentali dei consumi di idrogeno ed energetici, sia in laboratorio che in navigazione, e delle possibili future implementazioni.

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