Finalmente l’Europa si muove: stop alla plastica monouso entro due anni. Per fare fronte al problema della plastica che invade i nostri mari sono certamente da apprezzare le iniziative private che con i loro interventi cercano di sensibilizzare tutti al problema. Pensiamo alle catene di supermercati o ai grandi marchi di abbigliamento sportivo o ancora alle tante associazioni e a tutte le prese di coscienza di cui abbiamo letto in questi mesi.
Ma ciò che realmente occorre è un provvedimento che metta al bando, una volta e per sempre, l’utilizzo della plastica, soprattutto dei prodotti cosiddetti monouso. Le previsioni, drammaticamente, dicono che entro il 2050, in queste condizioni, la quantità di plastica negli oceani sarà maggiore di quella dei pesci se non si farà nulla per contrastare la tendenza.
L’accordo
Ma finalmente qualcosa sembra muoversi. Il 19 dicembre il Parlamento europeo e il Consiglio dell’Unione europea hanno raggiunto un accordo politico provvisorio per contrastare i rifiuti marini alla fonte, concentrando l’attenzione sui 10 prodotti di plastica che più di frequente vengono trovati sulle nostre spiagge e sugli attrezzi da pesca abbandonati.
L’accordo di oggi si basa sulla proposta sulla plastica monouso presentata a maggio dalla Commissione nell’ambito della prima strategia globale sulla plastica, adottata all’inizio di quest’anno, al fine di proteggere i cittadini e l’ambiente dall’inquinamento causato dai rifiuti di plastica e favorendo al tempo stesso la crescita e l’innovazione. Le nuove norme si inseriscono nel più ampio sforzo volto a rendere l’Europa un’economia più sostenibile e circolare rispecchiato dal piano d’azione sull’economia circolare adottato nel dicembre 2015. In questo modo le imprese e i consumatori europei si configureranno come leader mondiali nella produzione e nell’utilizzo di alternative sostenibili per evitare i rifiuti marini e l’inquinamento degli oceani, affrontando un problema che ha ripercussioni a livello mondiale.
Frans Timmermans, primo Vicepresidente responsabile per lo sviluppo sostenibile, ha dichiarato che: “Gli europei sono consapevoli del fatto che i rifiuti di plastica costituiscono un problema enorme e l’UE nel suo complesso ha dato prova di vero coraggio nell’affrontare il problema, assumendo un ruolo di primo piano a livello mondiale nel contrastare i rifiuti marini di plastica. Pari importanza rivestono anche la transizione verso un nuovo modello di economia circolare e l’indicazione della strada da seguire per rendere la nostra economia più sostenibile, ed è in questa direzione che conducono le soluzioni concordate oggi.”
L’enormità del problema è stata acutamente messa in evidenza dall’ironia amara di Karmenu Vella, Commissario per l’Ambiente, gli affari marittimi e la pesca, che ha dichiarato: “Quando si arriva a una situazione in cui un anno si porta a casa il pesce in un sacchetto di plastica e l’anno successivo si riporta a casa quello stesso sacchetto in un pesce, bisogna lavorare sodo e in fretta. Sono pertanto lieto dei grandi passi avanti compiuti con l’accordo odierno tra il Parlamento e il Consiglio per ridurre i prodotti di plastica monouso presenti nella nostra economia, nei nostri oceani e, in ultima analisi, nei nostri organismi.”
Misure diverse per prodotti diversi
La nuova direttiva dell’UE sulla plastica monouso sarà lo strumento giuridico più ambizioso a livello globale che affronti il problema dei rifiuti marini. Essa prevede misure diverse da applicare alle diverse categorie di prodotti. Quando le alternative sono facilmente disponibili e accessibili, i prodotti in plastica monouso saranno banditi dal mercato, ed è questo il caso di bastoncini cotonati, posate, piatti, cannucce, mescolatori per bevande, aste per palloncini, prodotti in plastica oxo-degradabile e contenitori per alimenti e bevande di polistirene espanso. Per altri prodotti l’attenzione si è concentrata invece sulla limitazione del loro uso riducendo il consumo a livello nazionale, sui requisiti di progettazione ed etichettatura e sugli obblighi di gestione e bonifica dei rifiuti previsti per i produttori.
Le prossime tappe
L’accordo provvisorio raggiunto deve, e riteniamo che così sarà, essere formalmente approvato dal Parlamento europeo e dal Consiglio. Dopo la sua approvazione, la nuova direttiva sarà pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea e gli Stati membri saranno tenuti a recepirla dopo due anni.
L’iniziativa traduce l’impegno, annunciato nella strategia europea sulla plastica, di affrontare con un intervento legislativo il dispendioso problema dei rifiuti di plastica e dei relativi danni. Le misure proposte aiuteranno l’Europa a compiere la transizione verso un’economia circolare, a realizzare gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni unite e a onorare gli impegni assunti sul fronte del clima e della politica industriale.