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Manuale di FIAB per dare strada alle biciclette in città

Foto di John-Mark Smith da Pexels

Un manuale presentato ai 140 comuni aderenti alla rete FIAB ComuniCiclabili, un vademecum per illustrare e consigliare le amministrazioni sugli interventi necessari per trasformare e pensare città a misura di bicicletta, guardando ai nuovi provvedimenti del Codice della Strada per favorire la sicurezza ciclabile

Guardando agli esempi che arrivano dal resto d’Europa, ed in particolare dai Paesi del nord, sappiamo quanto è importante che le nostre città sappiano adeguarsi alle rinnovate esigenze per trasformarsi in luoghi a misura di bicicletta. Diventa allora indispensabile restare a fianco delle amministrazioni locali e sostenere le loro politiche bike friendly. FIAB-Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta ha accettato da tempo questa sfida e questo onere e, a tal fine, ha presentato il manuale “Dare strada alle biciclette. I nuovi provvedimenti del Codice della Strada per favorire la sicurezza ciclabile”.

Il manuale è articolato in sei schede tecniche, rappresenta un utilissimo vademecum per le pubbliche amministrazioni per conoscere e capire gli ambiti di applicazione dei cambiamenti del Codice della Strada introdotti con i recenti “Decreto Rilancio” e “Decreto Semplificazioni”: misure che, di fatto, favoriscono la mobilità ciclistica in un periodo dove la pandemia rende difficile l’utilizzo dei mezzi pubblici, con il rischio di aumento del traffico automobilistico privato.

Manuale di FIAB per dare strada alle biciclette in città

Elaborato a cura del Centro Studi FIAB, il manuale è stato presentato, lo scorso 24 marzo, ai sindaci e assessori alla mobilità dei 140 comuni della rete FIAB ComuniCiclabili, durante un partecipato evento online della Scuola Comuni Ciclabili.

Con questo manuale – dichiara Alessandro Tursi, Presidente FIAB-Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta e Vicepresidente ECF-European Cyclists’ Federation di cui FIAB fa parte – forniamo un concreto aiuto alle amministrazioni che intendono riconvertire la mobilità e lo spazio pubblico verso una reale sostenibilità. Oggi abbiamo finalmente nuove norme, mutuate da quelle dei paesi europei più avanzati, per creare infrastrutture e spazi ciclabili di rapida ed economica realizzazione: occorre conoscerle e saperle interpretare per applicarle nel modo migliore”.

Mi congratulo con FIAB che, sulla base delle esperienze sul territorio, si propone efficacemente come promotore di strumenti di diffusione di cultura applicativa – ha dichiarato il prof. Giuseppe Catalano, del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili che, a nome del Ministro Giovannini, ha esortato i comuni ad agire con celerità sottolineando come –. Le nuove norme del Codice della Strada in materia di mobilità ciclistica sono applicabili in modo immediato in quanto inserite in provvedimenti di legge urgenti e non è dunque necessario attendere altri regolamenti. I comuni sono chiamati ad agire rapidamente, per rispondere alle nuove esigenze di mobilità, ma garantendo la massima sicurezza a chi si muove in bicicletta”.

Dopo il saluto di Marco Granelli, assessore alla mobilità del Comune di Milano e coordinatore degli assessori alla mobilità in seno ad ANCI, gli esperti del Centro Studi FIAB – ing.  Marco Passigato, ing. Enrico Chiarini e arch. Valerio Montieri – hanno illustrato nel dettaglio i contenuti delle 6 schede tecniche sulle novità normative introdotte nel Codice della Strada in tema di mobilità ciclistica, soffermandosi, in particolare, sugli ambiti di applicazione e i relativi vantaggi. Le sei novità sono: corsia ciclabile, corsia ciclabile per il doppio senso ciclabile, casa avanzata, uso ciclabile di corsie preferenziali, zona scolastica, strada urbana ciclabile E-bis.

È stato anche sottolineato come alcune nuove modalità di “dare strada alle biciclette” con semplici interventi di segnaletica orizzontale e verticale devono perseguire l’obiettivo di realizzare una rete ciclabile continua e funzionale che colleghi i principali poli di interesse delle città, con la raccomandazione di inserire i singoli interventi in un quadro di pianificazione generale come ad esempio il Bici Plan. I nuovi provvedimenti, inoltre, vanno ad integrare le precedenti modalità di realizzazione delle piste ciclabili e rappresentano ulteriori possibilità – individuate dalla norma – in analogia con le soluzioni più diffuse ed efficaci attuate in gran parte d’Europa.

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