Dal riso materiali per un’edilizia sostenibile. Il principio cardine sul quale si muove il concetto di economia circolare è di assoluta semplicità
Tutte le materie prime devono essere prelevate dall’ambiente, trasformate, utilizzate, smaltite e re-immesse nell’ambiente stesso da cui sono state prelevate. Anche l’agricoltura non deve sfuggire a questo principio. Ad ogni produzione è quindi importante che tutto ciò che viene normalmente definito “materia secondaria”, cioè gli scarti di produzione perlopiù inutilizzati, trovi un suo utilizzo, considerando che spesso il valore intrinseco di mercato può essere superiore ai costi di gestione e di trattamento del materiale una volta considerato rifiuto o scarto di produzione.
I sottoprodotti dell’agricoltura devono diventare una risorsa di energia pulita a favore della comunità per un reale sviluppo sostenibile. E’ importante che per primi gli agricoltori comprendano l’importanza di questi processi, garantendosi così un riuso sostenibile delle materie secondarie ed avendo nuove opportunità e vantaggi economici.
RiceHouse: dalla natura all’architettura
Biella e la sua provincia sono territori da sempre conosciuti per la produzione di riso. Proprio qui Tiziana Monterisi, architetto, e Alessio Colombo, geologo, insieme ad un team composto da altri cinque architetti, hanno dato vita a RiceHouse, una società che vuole valorizzare i prodotti secondari della coltivazione del riso per un loro riuso in edilizia. Tutti gli scarti, la paglia, la lolla, cioè l’involucro esterno del riso, la pula, cioè il residuo farinoso, l’argilla e le ceneri possono trovare impiego nella produzione di materiale edile, offrendo eccellenti proprietà energetiche.
La paglia per case passive
Il primo materiale di scarto della produzione del riso ad essere stato reimpiegato è stata la paglia. Questa non può essere riutilizzata come alimento per gli animali contenendo un livello eccessivo di silice. Ma proprio il silice la rende ideale per un utilizzo in edilizia.
È nato così, dalla collaborazione con Novellocaseinlegno, il marchio Riso-Rsa che promuove lo sviluppo e la diffusione di case costruite con balle di paglia di riso, secondo un approccio alla bioarchitettura che valorizza gli scarti dell’agricoltura minimizzando la produzione di rifiuti e l’impatto ambientale. Un progetto, primo in Italia, che ha industrializzato il processo di fabbricazione di telai legno e paglia precompressa, al fine di realizzare case in paglia prefabbricate con elevatissime prestazioni energetiche che rispettano gli standard passivi.
La paglia di riso è un elemento costruttivo capace di garantire la perfetta traspirabilità delle pareti in cui viene utilizzata ed, evitare pertanto fenomeni di condensa superficiale. È biodegradabile, maneggiabile con facilità e presenta costi ridotti in termini di energia combustibile per la raccolta, l’imballaggio e il trasporto in cantiere (energia “grigia”). Infine, è un materiale capace di ridurre le emissioni di CO2 nell’atmosfera, quindi ideale per un‘architettura low-tech.
Calce e lolla di riso per biocomposti eco
Nascono invece dalla lolla di riso, cioè l’involucro che riveste il chicco e che viene eliminato con la sbramatura, le malte naturali RiceHouse. Grazie alla collaborazione con MGN Intonaci, azienda di Schio in provincia di Vicenza, vengono prodotti biocomposti che legano la calce aerea con la lolla di riso.
Il risultato è un materiale performante ad alto valore tecnologico che allo stesso modo soddisfa i principi cardine di sostenibilità economica ed ambientale e di responsabilità sociale. Materiali che garantiscono un elevato isolamento termico, eccellenti prestazioni acustiche della miscela, elevata traspirabilità del materiale unito e ad un’ottima capacità di regolamentazione dell’umidità interna.