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Covid, piante come biofabbriche per la produzione di vaccini e anticorpi

Foto di Muhammad Khairul Iddin Adnan da Pexels

L’iniziativa dei ricercatori di ENEA riguardo alle piante biofabbriche, prevede l’utilizzo del Plant Molecular Farming, una piattaforma robusta e innovativa già utilizzata in altri Paesi per ottenere biofarmaci, con l’obiettivo di soddisfare rapidamente la domanda nazionale in modo efficace e a costi contenuti

Le piante come ‘biofabbriche’, piante geneticamente modificate per produrre vaccini, anticorpi e prodotti diagnostici contro il Covid. A proporlo un team di ricercatori di ENEA, Università di Verona e Viterbo, CNR e l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), il cui obiettivo è di soddisfare la domanda nazionale in modo rapido, efficace e a costi contenuti.

ENEA spiega che l’iniziativa prevede l’utilizzo del Plant Molecular Farming, una piattaforma innovativa già utilizzata in altri Paesi per ottenere biofarmaci.

La produzione dei vaccini, il progetto

Descritto nello studio Plant Molecular Farming as a Strategy Against COVID-19 – The Italian Perspective e pubblicato sulla rivista internazionale “Frontiers in Plant Science”, il progetto si focalizza, in particolare, sulla possibilità di realizzare nel nostro Paese strutture per produrre ‘in pianta’ le biomolecole necessarie per lo screening diagnostico di massa, l’immunoterapia passiva e la vaccinazione. Piante da utilizzare non solo per il Covid, ma anche per eventuali future nuove pandemie.

Biofabbriche, le simulazioni e i risultati

Come evidenziano i ricercatori di ENEA, “Le simulazioni effettuate confermano che il Plant Molecular Farming potrebbe integrare efficacemente i metodi di produzione ‘tradizionali’ e per soddisfare l’intera domanda italiana di bioterapeutici (vaccini, anticorpi) e diagnostici basterebbe una serra di 12.500 metri quadri o un impianto di agricoltura verticale (vertical farming) di soli 2.000 metri quadri”.

Ma quanto costano le biofabbriche?

Per quanto riguarda i costi, le valutazioni mettono in evidenza che l’investimento iniziale richiesto per la realizzazione delle biofabbriche, sarebbe notevolmente inferiore rispetto a quello necessario per gli impianti produttivi tradizionali basati su biofermentatori per cellule di insetto o di mammifero.

Uno degli esempi di farmaci realizzati grazie alla tecnologia del Plant Molecular Farming, è un vaccino per l’influenza stagionale basato su particelle simil-virali (VLP, “virus-like particles”.

Si tratta di particelle che mimano il virus ma innocue perché prive di capacità infettive). Vaccino oggi in via di commercializzazione da parte di un’azienda canadese, che ha anche avviato la sperimentazione clinica di un vaccino contro il Covid.

L’ENEA, in questo settore tecnologico, da oltre vent’anni è attiva nella ricerca con infrastrutture, laboratori, piattaforme tecnologiche e know-how.

In particolar modo evidenzia il suo impegno nello sviluppo di molecole di interesse farmaceutico come vaccini (compresi vaccini genetici potenziati da sequenze vegetali), anticorpi antitumorali, ma anche test e saggi diagnostici, come quello messo a punto in passato per il coronavirus della SARS.

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Fonte: ENEA

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