Il Codice forestale del carbonio (CFC): un protocollo di punti fermi per lo sviluppo di un mercato volontario dei crediti di carbonio in Italia.
Una proposta che nasce per “aumentare e preservare le aree verdi, il territorio e gli ecosistemi nazionali” con la creazione di un “Registro nazionale dei crediti di carbonio generati da progetti forestali ed agricoli”. Obiettivo: dare ancora più impulso ad un’economia circolare e green.
Autore e promotore del documento è il CREA. Con il Codice forestale del carbonio, il CREA intende definire le linee guida per la realizzazione di progetti forestali sia pubblici che privati e identificare i criteri minimi qualitativi per generare e vendere crediti di carbonio.
Carbonio, come funzionano i crediti
I crediti di carbonio sono costituiti dalle tonnellate di CO2 immagazzinati nella biomassa vegetale o nel suolo da attività di gestione, imboschimento o rimboschimento. Vengono utilizzati nella contabilizzazione degli impegni internazionali con il fine di compensare le emissioni generate dai diversi settori produttivi.
Possono inoltre essere quantificati e commercializzati in un mercato volontario locale dal fornitore (titolare della gestione) che genera il credito ad un beneficiario acquirente. Il beneficiario acquirente può compensare le proprie emissioni o la propria impronta carbonica residua dopo aver realizzato un progetto di riduzione.
Un’idea che nasce per stimolare l’attuazione di un autentica economia circolare, in accordo con il Green Deal, puntando alla gestione sostenibile delle foreste e dei terreni agricoli e alla creazione di nuove foreste e aree verdi. Facilitare in questo senso finanziamenti pubblici e privati sarà fondamentale.
Carbonio, l'”identikit dei criteri minimi”
Ecco i criteri che identificano i “parametri di scambio” dei crediti di carbonio. Altresì definiti principi di addizionalità, sono: permanenza, (nel tempo e nello spazio dei crediti generabili ai vari tipi di rischi), leakage (insussistenza del rischio di generare esternalità negative) e doppio conteggio.
Il meccanismo del doppio conteggio prevede la fissazione del carbonio già contabilizzata dallo Stato ai fini del Protocollo di Kyoto o doppia vendita dello stesso credito a due diversi beneficiari previsti dalle linee guida IPCC (il prestigioso Panel dell’Onu per cambiamento climatico).
Il Codice del carbonio, un’occasione anche per le imprese?
Il Codice forestale del carbonio potrà anche rappresentare una importante opportunità per le imprese più virtuose. Quella che si daranno da fare realmente per compensare o ridurre il proprio impatto ambientale.
Anche in questo caso le aziende non dovranno fare slogan ma pratiche concrete come, ad esempio, realizzare progetti di imboschimento o rimboschimento volti a generare crediti di carbonio e altri servizi ecosistemici come assorbimento del carbonio, conservazione della biodiversità o purificazione dell’aria o dell’acqua.
“Proporre il ‘Codice forestale del carbonio’ come strumento per definire le Linee guida nazionali volte a fissare criteri minimi qualitativi che riducano la possibilità di generare forme di greenwashing (leggi pratiche ingannevoli volte a costruire una falsa immagine “verde”, N.d.D.) – affermano Raoul Romano e Saverio Maluccio, ricercatori CREA Politiche e Bioeconomia che hanno coordinato il Gruppo di lavoro – significa non solo riconoscere il lavoro scientifico e tecnico svolto dal CREA, ma anche valorizzare la responsabilità ambientale degli imprenditori e dei cittadini e l’unicità, riconosciuta e registrata in un Registro nazionale dei progetti agricoli e forestali realizzati in Italia e delle transazioni di mercato tra il fornitore e il beneficiario”.
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