Un sistema innovativo per estrarre sostanze nutraceutiche e integratori dagli scarti di lavorazione dei limoni contro il rischio cardio-vascolare, arriva da un brevetto di ENEA insieme alla startup Navhetec srl e ad Agrumaria Corleone spa: l’economia circolare va a braccetto della ricerca
In cucina non si butta via niente e così è per i limoni. I limoni biologici hanno la buccia edibile, anche se in etichetta non viene riportato visto che si tratta di limoni biologici.
La buccia del limone è perfetta per la salute essendo ricca di vitamine, in particolar modo di vitamina C. Difatti arriva a contenerne 10 volte di più della polpa. L’utilizzo della buccia in cucina è importante proprio perché regala a qualsiasi preparazione freschezza e gusto. Inoltre la sua applicazione favorisce l’assorbimento del ferro contenuto negli ingredienti, fa bene al cuore e aiuta la digestione. Sono anche utilizzati nella cosmesi e per profumi.
L’ENEA, tenendo conto di tutti questi fattori, ha brevettato una metodologia innovativa, in collaborazione con la start-up siciliana Navhetec srl (SpinOff Accademico dell’università di Palermo nata a giugno 2016) e Agrumaria Corleone spa, che dal 1890 produce succhi ed essenze per l’industria, utilizzando gli agrumi siciliani, per trasformare gli scarti della lavorazione del limone in integratori e nutraceutici, indispensabili nella prevenzione di alcune patologie come obesità, diabete, ipercolesterolemia e disturbi cardio-vascolari.
Il piano si colloca nell’ambito delle attività di ricerca e sviluppo dell’ENEA per il miglioramento e la sostenibilità dei processi di produzione, ponendosi come applicazione concreta dei principi di economia circolare attraverso l’impiego degli scarti agroalimentari, in questo caso dai limoni, per ottenere nuovi materiali e intermedi da utilizzare nei settori food e no-food.
L’innovazione che ENEA ha messo a punto, si basa sull’utilizzo della tecnologia ‘separazione su membrana’, seguita poi da successive fasi di incapsulamento ed essiccazione mediante tecnologia di spray-drying o essiccazione a spruzzo. Con questa tecnologia, dagli scarti e dai sottoprodotti ottenuti durante la lavorazione del limone, si estraggono delle nanovescicole, ovvero piccolissime sfere ricche di composti bioattivi come acidi nucleici, polifenoli, lipidi e proteine.
La start-up Navhetec già nel 2015 effettuando alcuni studi in vivo e in vitro aveva dimostrato una forte azione di riduzione della crescita di cellule tumorali, mentre studi in corso ne evidenziano le proprietà antinfiammatorie. Nel 2019 inoltre, a seguito della sperimentazione del sistema brevettato su alcuni volontari sani, è emersa una riduzione di alcuni fattori di rischio cardiovascolare, quali colesterolo-LDL e circonferenza vita.
Il brevetto di ENEA è applicabile anche ad altre matrici vegetali consentendo di ottenere un prodotto di facile dosaggio ed utilizzo. Questo grazie anche alla sua alta stabilità e conservabilità e al fatto che è facilmente trasferibile su scala industriale, con costi e tempi di produzione ridotti rispetto alle tecniche tradizionali di ultracentrifugazione.
Paola Sangiorgio, ricercatrice del Laboratorio Bioprodotti e Bioprocessi del Centro Ricerche ENEA della Trisaia, spiega: – “Il brevetto, utile anche per la formulazione di cibi e bevande con proprietà nutraceutiche, si ispira al principio zero waste nei processi produttivi ed è in grado di rispondere sia a esigenze ambientali che economiche, legate da una parte all’abbattimento dei costi di smaltimento e dall’altra alla trasformazione degli scarti agroindustriali in bioprodotti ad alto valore aggiunto”.
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